Tutti i post della categoria: Politica

“Che errore i responsabili. È ancora possibile recuperare Renzi”

postato il 15 Gennaio 2021

Conte impari da Moro, pugliese come lui, e cerchi ancora una soluzione comune

L’intervista di Giovanna Casadio pubblicata su Repubblica

«Quando la tempesta infuria, non servono scorciatoie: una maggioranza sostenuta da responsabili in ordine sparso è un errore. Non occorre al Paese in piena pandemia una maggioranza numerica ma politica». Pier Ferdinando Casini, ex presidente della Camera, ex Dc, senatore centrista eletto con il Pd, invita i partiti giallo-rossi a non farsi
prendere la mano dai rancori. E al premier Conte: «Impari da Aldo Moro, come lui pugliese».

Casini, cosa c’è di male a cercare in Parlamento un gruppo di responsabili?
«Nulla di male, lo si è sempre fatto e sempre lo si farà. Ma siamo nel mezzo di una pandemia. C’è l’opposizione che da mesi chiede le elezioni anticipate. Le quattro forze di maggioranza hanno saputo affrontare l’emergenza sanitaria, anche se negli ultimi mesi siamo paralizzati da ritardi e dissensi. Secondo me la priorità è andare avanti con questa maggioranza. Attenzione: un conto è la maggioranza numerica, altro quella politica. Conte è nato nella terra di Aldo Moro, in Puglia, attinga a quelle virtù antiche in cui anche davanti ai più profondi dissensi, non si smarriva la ricerca di una soluzione comune».

Tuttavia sia Di Maio che Zingaretti giudicano Renzi ormai inaffidabile. Difficile ricucire?
«Nelle crisi politiche quello che si dice oggi non è quello che si dice domani. Basta attingere dall’esperienza di Conte che ha governato con Salvini e poi con Zingaretti ed è stato capace di superare il dissenso del Pd durante il governo gialloverde. Ciò che capita oggi è francamente di minore entità». [Continua a leggere]

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«Perso tempo, la crisi serve a chiarire. Se nascerà un ter coinvolgere i leader»

postato il 12 Gennaio 2021

L’intervista di Marco Conti pubblicata sul Messaggero

Presidente Casini, come finirà questo braccio di ferro tra Conte e Renzi?
«Fino a che non ci sarà la crisi aperta ufficialmente tutti continueranno a giocare e non si arriverà mai ad una definizione dei problemi».

Ovvero?
«Io non ho un ruolo, avevo però spiegato un po’ a tutti, informalmente, che è inevitabile arrivare a questo perché si è perso troppo tempo in giochi di Palazzo poco consoni ai bisogni del Paese. Ora l’esito era largamente prevedibile perché in un clima di sfiducia reciproca, fino a che non c’è una crisi formale, i protagonisti non vengono allo scoperto e il chiarimento invece di avvicinarsi si allontana».

Che cosa e chi dovrebbe assumere l’iniziativa?
«Mi auguro che questo indugiare, soprattutto del presidente del Consiglio, sia servito almeno a maturare contenuti interessanti sul Next Generation Eu. Per il resto è stata una gestione assolutamente sbagliata. Si è fatto di tutto per indugiare o sperare che la Provvidenza potesse risolvere i problemi. Io confido nella Provvidenza ma credo che ora abbia ben altri problemi che il governo italiano». [Continua a leggere]

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«Premier assediato, dovrebbe volere i leader in squadra»

postato il 5 Gennaio 2021


L’intervista di Giuseppe Alberto Falci pubblicata sul Corriere della Sera

«Devo ammettere di non capire il presidente del Consiglio». A dirlo è Pier Ferdinando Casini, già presidente della Camera, e oggi senatore delle Autonomie.

La crisi di governo è nei fatti: cosa non comprende dell’atteggiamento di Giuseppe Conte?
«Rimane assediato a Palazzo Chigi. Vive ogni richiesta come una minaccia e presenta provvedimenti, pensiamo a quelli sui servizi segreti, discutibili e non condivisi nella maggioranza». [Continua a leggere]

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«II governo Conte da solo non ce la può più fare»

postato il 8 Novembre 2020

«Una larga coalizione adesso è impossibile, ma tra maggioranza e opposizione serve comunque un’intesa minimale. Gli Usa? Il trumpismo non è finito»

L’intervista di Alessandro Giuli pubblicata su Libero

L’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini confida in Joe Biden («l’usato sicuro alla guida degli Stati Uniti”) anche se non si fa troppe illusioni («la spinta del populismo mondiale è ancora fortissima») ma si augura che in Italia, dove «il governo Conte non basta più a se stesso», maggioranza e opposizione ritrovino una concordia istituzionale per fronteggiare insieme la pandemia e la crisi economica. La chiave di svolta è in Parlamento, nella Conferenza dei capigruppo.

Gli Stati Uniti hanno superato l’eccezione populista rappresentata da Donald Trump?
“Sì e no. Diciamo che l’elezione di Biden alla Casa Bianca dimostra come oggi, in un momento di grandissima confusione e disorientamento, ci sia bisogno di ancorarsi ai valori tradizionali e a quella grande fascia di riferimenti moderati e istituzionali che Biden ha rappresentato negli Usa…”

E tuttavia?
“L’analisi incompleta se non si aggiunge altro: queste presidenziali mostrano anche che la spinta del populismo mondiale è stata arrestata ma non abbattuta da Biden, è un fenomeno che persiste e ha un radicamento molto più forte di quello che certi commentatori devoti al politically correct ritengono. E’ vero che nessuno prima di Biden ha ricevuto tanti voti popolari, ma è anche vero che in graduatoria il secondo votato è proprio Trump. Per l’ormai ex presidente il risultato è comunque enorme. L’onda blu non c’è stata”. [Continua a leggere]

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«La situazione sta sfuggendo di mano, ora il premier coinvolga l’opposizione»

postato il 29 Ottobre 2020


L’intervista di Fabrizio Nicotra pubblicata sul Messaggero

Pier Ferdinando Casini, ex presidente della Camera e oggi senatore del Gruppo delle Autonomie, il governo ha varato domenica l’ultimo Dpcm e le categorie colpite non hanno gradito. L’esecutivo ha sbagliato qualcosa?
«Era tutto purtroppo largamente prevedibile e quando qualcuno, come il sottoscritto, mesi fa preannunciò quello che sta capitando in queste ore (compreso il malumore sociale verso il governo) fu sommerso da sorrisi e scetticismo».

A cosa si riferisce?
«Ripeto, era tutto drammaticamente prevedibile a partire dalla saturazione dei trasporti locali (che sono l’unico mezzo con cui portare i ragazzi a scuola e la gente al lavoro) fino alla mancanza di personale nelle strutture sanitarie: è inutile dotare gli ospedali di nuovi posti di terapia intensiva se poi non ci sono infermieri qualificati e medici che possono far funzionare quei reparti». [Continua a leggere]

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Quirinale: “Il bis? Se ne parla. Ma il pressing su Mattarella è uno sgarbo istituzionale”

postato il 13 Ottobre 2020

L’intervista di Carmelo Lopapa pubblicata su Repubblica

Presidente Pier Ferdinando Casini, sedici mesi all’elezione del capo dello Stato e il tema domina già i capannelli in Parlamento. Lei in 37 anni ha assistito a lunghe trattative e a colpi scena. Cosa sta succedendo in questa lunghissima vigilia?
«Tutto quel che riguarda il chiacchiericcio attorno all’elezione dei presidenti della Repubblica, dal toto-candidato alle ipotesi istituzionali più spericolate, suscita in chi ha un pochino di esperienza e in chi è pacificato con se stesso un sorriso benevolo, nella migliore delle ipotesi. Perché come tutti sanno l’elezione del capo dello Stato è un unicum e tutti gli scenari che puntualmente si fanno sono smentiti dagli accadimenti. Per cui, quando sento agli angoli del Parlamento discorsi di questo tipo, o mi allontano o sorrido. E sono facce della stessa medaglia».

Dunque se ne parla?
«È una tentazione irresistibile in cui fatalmente si cade, ma lascia il tempo che trova».

Intanto, questo Parlamento è legittimato a eleggere il capo dello Stato? Oppure, come qualcuno dice, dopo il taglio dei parlamentari sancito dal referendum, sarà legittimato solo il prossimo?
«Io capisco che questo argomento possa essere posto. Ma in termini istituzionali non ha alcuna rilevanza. Non ci ritroviamo oggi con la cancellazione di un ramo del Parlamento. Quello sì, avrebbe posto un problema. Ma il referendum porterà a una riduzione della platea in misura proporzionale, che rende invariato il risultato e garantisce la piena legittimità del corpo elettorale del capo dello Stato».

Altro argomento, la conferma del presidente. Esiste il precedente illustre del presidente Napolitano.
«Io credo che parlare oggi di riconferma, a un anno e mezzo dalla scadenza, in una situazione per altro particolarmente complicata e con un capo dello Stato in piena attività, sia assolutamente improprio. Evocare ipotesi di rielezione oggi, al di là delle intenzioni di chi le evoca, rischia di risultare irritante per lo stesso capo dello Stato. E se un po’ conosco Sergio Mattarella – e lo conosco, perché siamo entrati insieme in Parlamento nel 1983 credo che non sarà particolarmente gratificato da proposte fuori tempo, improprie e perfino irrispettose». [Continua a leggere]

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Uno su tre ha detto No: «E adesso l’antipolitica è più debole»

postato il 22 Settembre 2020

«Fare subito le riforme per un rapporto tra cittadini ed eletti. Io sono favorevole alle preferenze»

L’intervista pubblicata sul Resto del Carlino

«Come si dice? È la democrazia, bellezza». Pier Ferdinando Casini, senatore e politico di lungo corso, non si strappa le vesti per la vittoria del Sì al referendum. Esorta la politica a lavorare per le riforme che, giocoforza dopo questo risultato a favore del taglio dei parlamentari, dovranno essere realizzate.

Luigi Di Maio, grillino puro e duro, parla di ’risultato storico’. Lei, che invece era per il No, che replica?
«Nulla. In democrazia, vorrei sommessamente notare, chi vince va rispettato. E in questo referendum ha vinto il Sì. Un risultato, peraltro, prevedibile».

Non sembra dispiaciuto…
«Non si tratta di essere tristi o allegri. La questione è politica. E poi la vittoria del Sì era largamente prevedibile perché praticamente tutti i leader dei partiti avevano dato indicazione di votare a favore del taglio dei parlamentari. Era quindi difficile pensare a qualcosa di diverso nel risultato».

Una bella scoppola…
«Ma non direi proprio. Il fatto che sia stato superato il 30 per cento da parte del No è invece indicativo. Di fatto, i due terzi del Paese si sono espressi a favore contro un terzo. Non mi pare un cattivo risultato». [Continua a leggere]

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“Il referendum sul taglio dei parlamentari? È una picconata alla Costituzione”

postato il 19 Settembre 2020

Le preferenze per limitare i danni

L’intervista di Mauro Giordano a Pier Ferdinando Casini pubblicata sul Corriere di Bologna

«Una delle prime regole della politica è non confondere i propri desideri con la realtà. Quindi il “Sì” vincerà, bisognerà capire quanto largamente. Ma questo, e lo dico soprattutto ai giovani, non significa che non vada combattuta una battaglia contro questa demagogia antiparlamentare». Pier Ferdinando Casini, senatore bolognese eletto nel 2018 tra le file del Pd, ha sposato da subito il fronte del «No» al taglio dei parlamentari: la prima esperienza da deputato risale al 1983 e di fatto è il politico con la più lunga presenza tra Camera e Senato.

Casini, perché NO?
«La Costituzione è una cosa molto seria e non si riforma a colpi di piccone. La diminuzione dei parlamentari io l’ho già votata due volte con i governi Berlusconi e Renzi. Il problema non è la riduzione ma non si può assecondare chi crede che i costi della democrazia siano troppo elevati. Il primo effetto del Sì sarà che interi territori non saranno rappresentati; il secondo è che le due Camere dovranno fare le stesse cose che fanno oggi, lavorando peggio»

Chi sostiene il Sì spiega che altri provvedimenti arriveranno dopo il taglio.
«E’ un diversivo si rendono conto anche loro che la riforma così è una presa in giro» [Continua a leggere]

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Che errore. Il taglio è demagogico e la base dem dice NO

postato il 16 Settembre 2020

I 5S si sono ricreduti sulle loro battaglie. Hanno solo questo referendum come ultima bandiera.

L’intervista di Concetto Vecchio pubblicata su Repubblica.

Pier Ferdinando Casini, lei è il decano dei parlamentari.
“Venni eletto la prima volta nel 1983”.

L’estate di “Vamos a la plaja”.
“Natta mi parlava in latino, Almirante era curioso di noi giovani dc, quando mi ritrovai davanti Saragat mi parve così carismatico che non trovai il coraggio di parlargli”.

Era un Parlamento con più qualità di adesso?
“C’erano Andreotti, Berlinguer, Craxi, Fanfani. Un altro film”.

Si vota per tagliare le poltrone. Lei come ha fatto a mantenere la sua per 37 anni?
“Sono un caso clinico. Ma la politica è stata la mia vocazione. E aggiungerei: la mia professionalità. Se avessi voluto diventare ricco avrei fatto un altro mestiere”.

Perché voterà No?
“Perché dietro il Sì c’è l’idea per cui i politici sono un problema e bisogna tagliarli. Ho passato la mia vita nelle istituzioni, non posso rinnegare la mia storia favorendo una demagogia antiparlamentare”.

Non sono troppi 945 parlamentari?
“Erano tanti anche quando ero giovane ma allora, a differenza di oggi, i parlamentari erano conosciuti. Oggi provi a chiedere in giro: nessuno conosce più i propri eletti”.

Come lo spiega?
“Intanto c’erano le preferenze, che imponevano una selezione. Ognuno di noi era espressione di un mondo. Nel weekend, se passava una legge divisiva, avevi paura a tornare nel collegio: dovevi renderne conto puntualmente alle categorie.”

Come finirà domenica?
“Non sarà tanto importante conoscere chi vincerà, ma come vincerà. Due anni fa il sì avrebbe vinto con il 90%. Stavolta non credo”. [Continua a leggere]

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Voto NO. Molti territori non rappresentati. La riforma è sbagliata

postato il 10 Settembre 2020

Un parlamento ridotto nei numeri e senza una selezione democratica con le preferenze sarebbe uno scandalo

L’intervista di Giuseppe Alberto Falci pubblicata sul Corriere della Sera

”Sono contento di vedere tutti questi convertiti dell’ultima ora, io ho sempre votato No al taglio dei parlamentari” esordisce al telefono Pier Ferdinando Casini, già presidente della Camera e oggi senatore fra le fila del gruppo delle Autonomie.

Presidente, la sua contrarietà alla riduzione di deputati e senatori è la difesa di chi siede in parlamento da 37 anni?
“C’è stato un signore dei 5 Stelle che ha sollevato questa obiezione sostenendo che io difendo la casta dei parlamentari. in realtà è l’esatto contrario”.

Si spieghi meglio.
“Proprio perché da 37 anni sono in Parlamento, sono uno dei pochi che non ha interessi privati, di rielezione”.

Quali sono le ragioni del suo No?
“La riforma del numero dei parlamentari può essere una strada solo se la si àncora a due fatti”.

Primo.
” Le modalità con cui vengono eletti i deputati e i senatori”

Secondo.
“La differenziazione del ruolo delle due Camere. Quindi una riforma del bicameralismo paritario, con una Camera della Regioni”. [Continua a leggere]

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