postato il 27 Settembre 2011 | in "In evidenza, Media e tecnologia"

Bavaglio ad Internet, giù le mani da idee e opinioni

di Giuseppe Portonera

Questo blog è sempre stato un baluardo incrollabile a difesa della piena libertà di Internet. In un periodo difficile, come quello dell’estate di due anni fa, quando il Governo aveva deciso di ingranare la quinta sulla legge antintercettazioni, abbiamo subito fatto notare che dietro al paravento della regolamentazione della pubblicazione delle intercettazioni (sicuramente necessaria), le reali intenzioni della maggioranza erano ben altre: e, chiaramente, si riassumevano nella volontà di stringere un bavaglio alla stampa libera. Quando poi qualche geniale mente pidiellina pensò addirittura di estendere quel bavaglio anche ad Internet ai blog, abbiamo subito alzato gli scudi e ci siamo schierati – in ogni sede competente – a fianco di quanti si sono mossi per impedire che venisse approvato il tristemente famoso comma 29: all’epoca il Governo, dopo un lungo tira e molla, decise di lasciare la presa ed evitò di prendere una decisione folle e pericolosa.

In questi giorni, però, sembriamo essere tornati al punto di partenza: scosso e piccato dalle numerose intercettazioni che in questi giorni popolano le pagine dei nostri quotidiani, il Governo ha deciso di ripartire alla carica, riproponendo un nuovo (sigh) pacchetto “anti-intercettazioni”, con incluso il redivivo (o recidivo?) “comma 29”. Per chi non ricordasse cosa contenesse questo emendamento, sappia che in sostanza – se dovesse diventare legge – si procederebbe ad un equiparazione tra “testate professionali” e i blog: questo vuol dire che se a un blogger o a chiunque faccia informazione “non professionale”, dovesse essere richiesta una “rettifica” di quanto scritto, questi avrebbe solo 48 ore di tempo per adempiere a questa richiesta, a prescindere dalla sua fondatezza, pena una sanzione fino a 12 mila euro. Per dire, basterebbero due giorni senza controllare la propria casella di posta elettronica per finire nei guai. Mica caramelle.

Così come due anni fa, anche oggi il nostro blog alza la voce e si unisce alla schiera di coloro che continuano a difendere una delle più grandi ricchezze del nostro tempo, la libertà e la democrazia su Internet. Così come due anni fa, sproneremo anche i nostri parlamentari ad operare in questo senso: Roberto Rao, per esempio, ha già presentato una pregiudiziale di costituzionalità, spiegando che “stiamo per diventare il primo e l’unico Paese al mondo nel quale un blogger rischia più di un giornalista e ha meno libertà. È necessario distinguere tra testate professionali e blog”. E ci fa piacere che l’On. Cassinelli, PDL, abbia già annunciato che interverrà per impedire che il comma 29 venga approvato: però, se possiamo permetterci, all’Onorevole consiglieremmo di impegnarsi più sul fronte interno, per far capire alla sua coalizione che Internet non è la Televisione e che non si gestisce come si gestisce un’emittente televisiva: non esiste par condicio, non si impongono conduttori, non si scelgono le notizie da far passare o meno (potrebbe cominciare a spiegarlo al sottosegretario Giovanardi, per esempio, che ha un’idea molto distorta di come funzioni la Rete). Questo l’hanno capito i 23 milioni di italiani che usano assiduamente la Rete, per informarsi e informare: quando lo capiranno anche i nostri governanti?

Certo, noi che siamo bravi ragazzi, abbiamo provato a farglielo capire anche più di una volta (abbiamo chiesto anche l’intercessione di chi è più importante di noi), ma finora abbiamo sempre tonfato. Ma tant’è. Forse non riusciremo a farvi capire quanto sia fondamentale la libertà di Internet. Di certo, però, non vi permetteremo mai di tarparla.

6 Commenti
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Simone Matteoli
12 anni fa

I blog sono una frontiera di democrazia anche quando dicono qualcosa di sbagliato. Voglio vedere poi oggi come oggi, che facebook ha reso pubblici i profili, come faranno a distinguere! E’ un problema di tecnologia? Hanno paura che qualcuno dica la verità perché di giornali e di televisioni ne controllano molte, ma non possono controllare la rete. Hanno la forza ma non hanno la testa! Prendete da parte gli onorevoli del PDL (quelli della Lega lasciateli pure pensare solo ai soldi e al federalismo) e spiegategli le cose!!!

roberto
roberto
12 anni fa

ho sempre creduto in un’Italia libera e democratica ma forse è stata per me solo un’illusione. Ogni giorno leggo sui giornali qualcosa che riesce ancora a sconcertarmi e così è stato per questa legge bavaglio.
Che fine fa la nostra Costituzione agli artt. 13-15-17 e 18? Gli uomini politici sono così potenti da potere farsi un baffo della legge madre?
Mi chiedo ancora, ma la sovranità appartiene ancora al popolo? Gli uomini della politica hanno paura che i cittadini possano organizzarsi per contrastare le loro idee politiche attraverso la rete? Ma, se così fosse, il popolo sovrano non sarebbe legittimato a destituire chi non adempie al suo mandato parlamentare, qualunque ne sia il motivo?
Ben inteso, sto sempre parlando di organizzazioni pacifiche e nel rispetto della legge costituzionale.

mirko panichi
mirko panichi
12 anni fa

Caro Onorevole, purtroppo questa non è che un’altra delle inutili crociate che il governo (id est chi ne è a capo) seguita a mettere in essere; la crisi economica esiste (sia che la causa siano le speculazioni in borsa, che andrebbe chiusa, sia che la causa sia stata la paura delle persone a cui veniva detto che la crisi c’era), ma pare che il governo non abbia in mente che di proteggere se stesso dai magistrati e dalle informazioni che circolano (per altro suffragate da prove multimediali), piuttosto che creare una riforma seria del lavoro, che mi pare essere l’unica via alla risoluzione dei problemi non del Paese (ente astratto), ma dei cittadni, persone vere, che del Paese sono la forza vitale e che dal Paese dovrebbero essere tutelate; invece si vuole rendere ancora più elevato il precariato (contratti di lavoro in deroga ai contratti nazionali, mettendo a confronto l’Azienda e la sua forza, con il singolo in cerca di lavoro, e la sua scarsa o nulla rilevanza contrattuale), in un’Italia dove le aziende non assumono più a tempo indeterminato, dove avere un’età piuttosto che un’altra ti taglia fuori dal mercato del lavoro, dove ogni scusa è buona per andare a battere cassa presso le istituzioni (come ha fatto la Fiat per decenni, salvo poi minacciare il traferimento all’estero della propria produzione se non si dovesse ottemperare alle sue richieste) e la prima ed unica soluzione alle inefficienze delle aziende è il licenziamento o la cassa integrazione, che pagagno anche quelli che non ne hanno diritto, come chi lavora presso delle cooperative di centinaia di persone (come si fa a definire cooperativa un’azienda di queste dimensioni e seguitare a permetterle di avere i vantaggi fiscali riservati ad una cooperativa, dove questi si riversano in benefit ai dirigenti, piuttosto che in bonus ai soci che già guadagnano fino al 50% in meno di un comune operario per le stesse mansioni?). Potrei andare avanti a lungo, ma non ha senso spiegare a chi lo sa già che l’unica fonte di reddito di una nazione e delle aziende che vi risiedono è solo ed esclusivamente lo stipendio delle persone che lavorano sempre e non un mese ogni tanto; il lavoro non deve essere garantito a vita, ma fino a che le condizioni lo consentono e il lincenziamento consentito solo dopo che ogni strada è stata tentata. Ma in un’Italia in cui ci si preoccupa che un blogger possa pubblicare qualcosa di errato o parlare male del politico che non gli piace, i miei problemi di 44 enne disoccupato, sfiduciato, costretto ancora a ricorrere al mantenimento della madre (mi sono sempre mantenuto e curato da solo, pur nell’impossibilità di vivere da solo, dati gli stipendi che ho sempre dovuto accettare piuttosto che niente e poi un politico che non sa nulla di cosa vuol dire lavorare duro per 7-800 euro al mese mi definisce “bamboccione”…), valgono esattamente zero. Grazie per l’attenzione e buon lavoro.

Patrizia
Patrizia
12 anni fa

Questa è l’Italia, questa è l’Italia unita, libera e democratica, forse in centocinquanta anni l’Italia non è mai stata così divisa, oggi chi ci governa è riuscito perfino a far scoppiare rivalità, ripicche tra nord e sud, libera tanto libera che non si sa che fine farà la parola, la discussione di migliaia di persone, di migliaia di giornalisti che fanno il loro dovere di informazione, tanto democratica che chi comanda fa le leggi per non andare in carcere, invece notizia di qualche giorno fa, un giovane africano è finito in carcere perchè aveva strappato senza molta cura un fiore in un giardino romano per regalarlo alla propria ragazza.Chi fa un gesto d’amore, va bene vietato, va in galera, chi invece istiga alla prostituzione, se la gode a pancia all’aria.
La sofferenza, il sacrificio dei nostri nonni, dei nostri avi è andato tutto perduto, l’Italia culla dell’arte della cultura, della capacità imprenditoriale, l’Italia che è stata patria di grandi uomini, di uomini che hanno cambiato il corso della vita dell’intero globo,è finita nel fango nella melma, se una volta all’estero ci amavano e rispettavano ora siamo diventati lo zimbello d’Europa.Cosa si può fare a questo punto, non lo so, loro litigano, si insultano, si scannano ma poi finisce tutto a taralli, vino e possibilmente in dolce compagnia. L’Italia con questo governo sembra spingersi irrimediabilmente verso un suicidio di massa. Non c’è più tempo da perdere, io sono stata sempre una persona pacifica, non ho mai partecipato a manifestazioni di alcun orientamento politico, ma ora sono stanca, stanca di guardare negli occhi i miei figli e piangere, si piangere.

giorgio
giorgio
12 anni fa

Concordo con lei signora Patrizia. E’ ora che le persone oneste la smettano di tacere. Si sta facendo un massacro vero e proprio del ceto medio che lavora, paga le tasse ed i contributi, ma non ha santi in paradiso.
Doppo i baby pensionati, le false invalidità gli assegni ai politici e pubblici funzionari, pagano sulla loro pelle i nati dal 1951 in poi che si vedono già ora almeno 6 anni di lavoro in più, peggio se sono stati lavoratori precoci. Poi però ci sono quelli che hanno fatto lavoro nero per una vita e con pochissimi anni di contributi avranno o hanno avuto la pensione sociale di vecchiaia integrata al minimo, quindi pagata da noi.
POi sentiamo dire al TG che i lavoratori di termini Imerese, espulsi dalla Fiat, che hanno almeno 30 anni di lavoro e più di 50 di età saranno accompagnati alla pensione…………. quindi a carico dello Stato per ulteriori 10/15 anni almeno !
Pe poterlo fare quindi si passerà per tutti alla pensione contributiva, anche per chi ha già ora 30 o più anni di lavoro, creando nuove e gravi ingiustizie !
Ma si appaltano le grandi opere, la TAV, ad esempio. Del tutto inutile che durerà 30 anni sconvolgendo una valle, e per la quale i 6 che diventerenno 12 miliardi di euro, proprio non ci sono e non ci saranno mai. Tra l’altro non si da lavoro a nessuno, se a multinazionali con lavoratori extracomunitari.
Nel frattempo sprechiamo migliaia di euro in missioni fallimentari di guerra all’estero, dove ta l’altro si muore.
W l’Italia allora……………..a chi piace vivere così.

vincenzo
vincenzo
12 anni fa

Questa volta si parla di libertà, il ricorso alla piazza è un dovere prima che un diritto



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