Archivio per Dicembre 2012

22 dicembre, Napoli

postato il 21 Dicembre 2012

Ore 10.00 – Hotel Ramada (via G. Ferraris, 40)

Manifestazione pubblica

 

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Costruire l’Agenda Monti, #rimontiamo2013!

postato il 20 Dicembre 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Francesco Scavone

Ideare e costruire una proposta elettorale non è roba di tutti i giorni, soprattutto se si ha l’intenzione di basarla su presupposti di serietà econcretezza, che rendono il tutto più complesso. E’ vero, in Italia siamo abituati ai contenitori vuoti che aggregano tutto e il contrario di tutto, ad armate eterogenee utili solo a racimolare voti, non progetti e prospettive di Governo. Immaginiamo quindi quanto possa essere arduo pensare ad un progetto che non si fermi alla mera competizione elettorale ma punti a modificare nel profondo il Paese e la politica italiana, una proposta non da archiviare al più presto, ma da conservare come memorandum e decalogo per il futuro. In questo clima soffocato dalla demagogia, c’è un’Italia che ancora crede in questo tipo di proposta, concreta, di contenuto e che si ritroverà domani a Roma a RiMontiamo l’Italia per segnare un’altra tappa di un percorso che va avanti da tempo.

Vogliamo costruire l’agenda Monti per il dopo Monti, con il contributo di tutti quelli che hanno buone idee su come riformare l’Italia.” “L’Italia può venir fuori dall’emergenza e noi lavoriamo per offrire contenuti e definire le priorità.” “Il Governo Monti ci ha insegnato che le riforme si possono fare e si possono fare bene, rinnoviamo l’agenda di questo Governo con nuove proposte.” Con queste parole qualche mese fa i promotori dell’iniziativa, rispettivamente Benedetto della Vedova (Fli), Linda Lanzillotta e Gian Luca Galletti (Udc), lanciavano il portale rimontiamolitalia2013.itproponendosi l’obiettivo di dare vigore e solidità alla proposta di Governo. Il filo conduttore, appunto, è stato quello dei contenuti, valore aggiunto per un’agenda che voglia proporsi come veramente riformista e innovativa.

Non sono mancate le proposte e le iniziative, divise per tematiche (crescita, Europa, istruzione, cultura, Welfare, Pubblica Amministrazione ecc.). In pratica ci si è chiesti come poter migliorare il Paese, attuando cambiamenti radicali, profondi, non di facciata. E cos’è, soprattutto negli ultimi tempi, al primo posto tra i sinonimi di modernità? Sicuramente internet e la digitalizzazione: via allora alle discussioni sull’incentivo delle start up, sulle modalità di predisposizione di una più efficiente e parsimoniosa amministrazione digitale, sul tanto lavoro fatto e da fare per l’Agenda Digitale. Uno sguardo attento non è mancato sulle lungaggini burocratiche che rischiano di ingessare ancor di più un’economia in affanno con legislazioni eccessivamente articolate, difficili da consultare e non sempre in sinergia con l’iter attuativo. Così come non sono state dimenticate le idee riguardanti la politica energetica: una nuovo piano di strategia energetica nazionale deve passare assolutamente attraverso maggiore competitività, attenzione all’ambiente connessa a quella per le fonti rinnovabili, progressivo abbandono delle fonti fossili (tramite efficienza e risparmio energetico, limitazione dell’uso dei carburanti).

La proposta di Governo, per essere credibile, non ha dimenticato di concentrarsi sulle modalità di approdo ad una società più giusta: maggiore partecipazione alla vita democratica, azione decisa contro il fenomeno della corruzione inteso come dramma culturale prima che economico, lotta all’evasione sul modello americano, che prevede l’ “espulsione sociale” dell’evasore. Si è parlato di smart cities, città del futuro che si aprano alle sfide della tecnologia per migliorare i servizi e la qualità di vita e ottimizzare le risorse e gli spazi urbani. Ma anche di crediti della Pubblica Amministrazione, velocizzazione della giustizia, produttività, fisco, Unione Europea.

Insomma, tante proposte per tornare a sperare e a credere nella buona politica. Tanti anni di  “immobilismo e populismo di una certa politica attenta ad interessi di parte e alle convenienze di breve periodo” – come si legge nelportale – sono già stati sufficienti come monito per l’avvenire. Non si possono ripetere errori già fatti e rifatti, anche perché l’occasione per cambiare è unica. Contrapposti alle nostalgie del passato ci sono “persone, associazioni, imprenditori, professionisti, ricercatori, innovatori” che hanno già iniziato ad impegnarsi e lo faranno con tanta più dedizione.

Quando un Paese, un popolo, una Nazione sono chiamati alla resa dei conti, c’è sempre una triste divisione tra chi nega la realtà e chi si impegna fino in fondo per cogliere l’occasione. Dove vogliamo schierarci? Io, domani a Roma, e poi in tutta Italia, sarò fieramente tra i secondi, convinto che riMontaresia a portata di mano.

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Pier Ferdinando Casini ospite di ‘Otto e mezzo’

postato il 19 Dicembre 2012

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Continuare la strada intrapresa con Monti

postato il 19 Dicembre 2012


Non dobbiamo compromettere gli sforzi e i sacrifici che in questi anni hanno fatto gli italiani. Bisogna continuare sulla strada della salvezza nazionale che questo governo ha intrapreso.

Pier Ferdinando

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Se la Rai dà il buon esempio…

postato il 18 Dicembre 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

Nell’ambito pubblico, anche alla luce dei recenti scandali che hanno coinvolto intere giunte regionali, forse qualcosa si sta muovendo in direzione di una maggiore trasparenza e rigore.

In questi giorni i dipendenti RAI hanno ricevuto una lettere dal direttore generale della RAI, Luigi Gubitosi, il quale ha dato precise disposizioni e soprattutto una linea di grande chiarezza e trasparenza, oltre che di onestà.

Cosa è scritto in questa lettera? Gubitosi partendo dalla considerazione del particolare periodo economico sia per l’Italia che per la RAI, ha invitato i dipendenti a una maggiore morigeratezza nelle strenne natalizie, infatti scrive “il contesto generale non consente di sostenere spese per omaggi, regali o benefici, quand’anche contemplati dalle usanze o compatibili con i codici etici di tutti i soggetti interessati. Eventuali situazioni eccezionali dovranno quindi essere puntualmente segnalate ed argomentate alla direzione generale della capogruppo che, qualora ne ravvisi l’opportunità, potrà rilasciare una specifica autorizzazione”.

Questo per fare le strenne natalizie. E per riceverle? Anche qui l’invito è alla morigeratezza e soprattutto alla trasparenza e al rigore. Infatti la lettera dice chiaramente che, considerando l’art.79 del codice etico aziendale, è assolutamente vietato accettare per se o per altri doni, regali, inviti in misura tale da generare aspettative di trattamenti preferenziali o compromettere l’immagine aziendale. In ultima analisi i dipendenti possono ricevere regali per un controvalore di 150 euro, se si eccede tale soglia bisogna darne comunicazione all’azienda, e poi devolvere in beneficenza (secondo un percorso ben definito) la parte eccedente i 150 euro.

Sembra una sciocchezza, ma è un segnale importante di come, nell’ambito pubblico, ci si stia ponendo verso un comportamento che, anche se non illegale, è però sanzionabile da un punto di vista etico e morale.

Sicuramente è solo un primo passo, a cui ci auguriamo che ne seguano altri anche in altri settori della vita pubblica italiana.

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La più bella del mondo

postato il 18 Dicembre 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Marta Romano

Per chi l’avesse perso, offro un riepilogo e un’analisi sul programma mandato in onda stasera dalla Rai. Uno spettacolo, in tutti i sensi. Una performance di Benigni davvero strepitosa, da pelle d’oca: In più occasioni mi sono emozionata. Da brividi. Uno spettacolo di quasi due ore e mezza,senza alcuna pubblicità: una lezione di storia, di diritto e di vita.

Questo è il Servizio Pubblico che vogliamo!

Lo spettacolo di Benigni si apre con ironia: c’è un finto parallelismo col Medioevo (“periodo in cui c’erano corrotti, persone indagate, che facevano leggi terribili e votavano con una legge dal nome latino, il ‘Porcellum’! ”). Naturalmente, bersaglio dell’ironia è il mondo politico, con i suoi scandali, e in particolar modo Berlusconi; ma è tutto molto sobrio. Poche battute iniziali, perché presto il comico toscano entra nel merito del tema.

Benigni si sofferma a riflettere sull’importanza del voto e della partecipazione. Partecipare alla vita della Repubblica è fondamentale, così come votare. Non ci si può lavare le mani, non ci si può astenere dalla politica: altrimenti ci si comporta come Ponzio Pilato, si lascia la Repubblica nelle mani della folla. “E, si sa, la folla sceglie sempre Barabba.”

Dopo questi primi minuti, che già preannunciano una gran bella serata di Televisione (con la T maiuscola), Benigni invita a riflettere sulle istituzioni e sul loro ruolo. Invita a non generalizzare sui politici (“Se diciamo ‘Sono tutti uguali’ facciamo il gioco dei disonesti, dei corrotti. Perché così riescono a nascondersi, a farla franca!”), né a disprezzare le Istituzioni per colpa di chi le rappresenta (“Se un padre picchia ogni sera il proprio figlio, non diciamo che la paternità è una cosa crudele, brutta o sbagliata. Diciamo che quel padre non è un buon padre”).

Quindi, Benigni parla della Costituzione come legge fondamentale. Tuttavia, pensando al termine “legge” si tende a credere che sia accompagnata da divieti, da tanti “no”, un po’ come i 10 Comandamenti. Invece la Costituzione italiana “è la legge del desiderio, sprona a fare, a sognare. Il grande merito dei Padri Costituenti è stato quello di “rendere un sogno legge. E’ come se ti obbligassero a sognare, a desiderare”.

Dunque, la disamina del termine stesso “Principi Fondamentali”: sono principi che non si possono toccare, sono le fondamenta della nostra Nazione. Sono quei principi che si scrivono quando si è sobri, che servono a prevenire eventuali futuri stravolgimenti. Infatti, spiega la “Clausola diUlisse”: La Costituzione si auto vincola con questi principi. E’ come la metafora di Ulisse, che chiede di essere legato per non morire, per non cadere negli inganni delle sirene. Lo stesso hanno fatto i Padri Costituenti, hanno posto questi vincoli per far sì che l’Italia non cedesse alle sirene, per auto vincolarsi anche per il futuro.

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