Archivio per Aprile 2012

Olivelli eroe cristiano

postato il 25 Aprile 2012

Pier Ferdinando Casini, Savino Pezzotta, Enzo Carra, Renzo Lusetti e Gian Guido Folloni in occasione del 25 Aprile hanno sottoscritto questo ricordo per la beatificazione di Teresio Olivelli.

 Oggi celebriamo la Festa della Liberazione.

Questo 25 aprile sarà una giornata dedicata alla memoria. Con la libertà ritrovata non possiamo dimenticare i sacrifici che essa è costata in termini di impegno, di sofferenze e di sangue.

Vogliamo ricordare anche la partecipazione dei cattolici alla resistenza oltre che alla lotta partigiana.

Per i cattolici quello non fu un momento facile, perché si trattava di decidere se per combattere e ridare la libertà all’Italia si dovevano o non si dovevano prendere le armi. Per un cristiano prendere un’arma per uccidere è sempre una lacerazione profonda e una trasgressione del comandamento, della Parola: “non uccidere”.

Eppure non potevano restare inerti e assistere allo sfacelo della Patria. Con altri si sono impegnati perché lo scempio avesse fine.

Tanti pastori e tanti cattolici hanno aperto le porte delle loro chiese, dei conventi, e hanno nascosto tutti quelli che i fascisti repubblichini e i tedeschi cercavano e volevano deportare, imprigionare, uccidere. La loro è stata una resistenza silenziosa, senza clamori e senza l’obiettivo del potere o di accaparrarsi i meriti per il futuro. Il loro unico obiettivo era salvare la vita delle persone e l’onore dell’Italia da altri, purtroppo, calpestato.

Quanti cristiani, laici e sacerdoti, gente del popolo e delle classi agiate parteciparono dunque alla guerra partigiana in montagna, nelle pianure e nelle città.

La loro scelta è stata pagata con il sangue. Preti fucilati, imprigionati, mandati a morire nei campi di sterminio perché avevano nascosto ebrei e fuggiaschi o perché avevano amministrato i sacramenti ai partigiani.

Cristiani, attraversati dal dubbio morale se imbracciare il fucile fosse legittimo, vissero un momento tragico, in cui la colpa e il riscatto convivevano nello stesso cuore. Questo li ha sicuramente fatti più umani.

Ci sono momenti nella storia in cui non ci si può sottrarre, anche a costo di pagare personalmente un prezzo e di vivere con la lacerazione dentro il cuore. Non potevano sottrarsi al dovere morale di battersi, di soffrire e sacrificarsi per la libertà, per aprire le strade della giustizia, per percorre fino in fondo, come quando Cristo scese agli inferi, la strada della salvezza.

Accanto a quelli che imbracciarono le armi ci sono stati altri che parteciparono a modo loro, disarmati, alla Resistenza, dando aiuto e conforto, rischiando anch’essi moltissimo.

Tutti, anche nella dura lotta, conservarono l’ideale della non violenza, della mitezza che restava la stella all’orizzonte. Un punto a cui occorreva tendere.

Oggi, il senso di una libertà conquistata a caro prezzo sembra essersi smarrito nei meandri degli interessi, delle clientele, della corruzione e dell’oblio verso il bene comune.

Essere fedeli agli ideali della Resistenza significa per noi, come allora, essere impegnati a costruire, oltre la crisi, un nuovo ordine sociale, per un’Italia più giusta e solidale, per una nuova economia che abbia al suo centro l’uomo e la sua dignità.

Non vogliamo dare un giudizio liquidatorio sulla attuale situazione politica, sociale ed economica, ma solo avvertire l’esigenza che un rinnovamento della politica non sarà possibile se nel contempo non ci sarà un rinnovamento sociale e se l’economia non tornerà ad essere al servizio della vita buona, più che del puro e semplice guadagno privato. Se la dimensione etica non dominerà la politica.

Si uscirà da questa crisi che sta provocando dolori e sofferenze, se guarderemo ai bisognosi, ai poveri, ai  senza lavoro e se combatteremo contro lo “spread sociale” che sta generando troppe ineguaglianze.

Questo è quanto ci dice la Resistenza, che fu certo lotta armata ma anche e soprattutto espressione di un anelito di libertà e di giustizia.

Per queste ragioni vorremmo anche ricordare che per iniziativa della Curia vescovile di Vigevano è stata promossa la causa di beatificazione di Teresio Olivelli. E’ un’iniziativa che testimonia il valore dell’impegno resistenziale dei cattolici configurandolo nella splendida figura di un eroe, di un comandante partigiano morto nel campo di concentramento di Hersbruck, in un luogo disumano, immolato per amore dei fratelli. Un “ribelle per amore” come lui stesso definì la partecipazione cristiana alla resistenza.

Ci auguriamo che presto la figura di un cristiano come Teresio Olivelli salga all’onore degli altari.

Sappiamo bene che questa decisione è oggetto di un esame ben più alto e diverso da quello che noi possiamo dare. Diciamo con tutta la pacatezza che richiede questo passo, che la beatificazione di Teresio Olivelli assumerebbe oggi un valore enormemente positivo, per la nostra comunità e per la Patria Italiana.

Pier Ferdinando Casini

Savino Pezzotta

Enzo Carra

Renzo Lusetti

Gian Guido Folloni

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Rassegna stampa, 25 aprile ’12

postato il 25 Aprile 2012

La giornata festiva offre qualche opportunità in più di riflettere e così i giornali hanno dato spazio ad approfondimenti di vario genere. Marcello Sorgi su La Stampa prova a fare il punto sulla strategia centrista individuando in una corsa autonoma il punto d’arrivo, ma di sicuro c’è solo ciò che ha anticipato Casini e che è riportato da Ajello su il Messaggero: l’unità dei moderati si fa sui programmi. Il Corriere della Sera offre per il 25 aprile un trittico veramente interessante: c’è Giovanni Sartori che teorizza il grillismo liquido, Aldo Cazzullo che ritorna sulle estenuanti polemiche sul 25 aprile e infine l’interessante e caustico Stella che invoca dignità per il sito internet del ministero del Turismo ” Italia.it “. Infine il Sole 24 Ore schiera due “mostri sacri”  delle vecchie amministrazioni Usa come Henry Kissinger e Bren Scowcroft per parlare di disarmo nucleare.

Casini: “senza autocritica il dialogo è solo retorica”. (Mario Ajello, il Messaggero)

Casini: “si volta pagina, diamo una casa a tutti i moderati”. (Giuliano Molossi, Gazzetta di Parma)

I centristi sicuri di andare soli. (Marcello Sorgi, La Stampa)

Com’è liquido il grlllismo. (Giovanni Sartori, Corriere della Sera)

Una festa di tutti? Sì, bastano poche parole. (Aldo Cazzullo, Corriere della Sera)

Serve un sito Internet all’altezza dell’Italia. (Gian Antonio Stella, Corriere della Sera)

Disarmo nucleare senza dogmi. (Henry Kissinger – Bren Scowcroft, il Sole 24 Ore)

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Al voto nel 2013, a Monti carta bianca

postato il 24 Aprile 2012

Si andrà a votare ad aprile-maggio dell’anno prossimo perché, in un’emergenza forte e nel mezzo di una bufera internazionale come quella nella quale ci troviamo, è bene che Monti possa avere carta bianca e possa continuare a governare: con lui siamo in buone mani.

Pier Ferdinando

 

 

 

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L’unità dei moderati si costruisce su cose concrete

postato il 24 Aprile 2012

L’unita’ dei moderati si costruisce sulle cose concrete, sui programmi, sull’idea del Paese  e non sui nominalismi. In questi anni il termine ‘moderato’ è stato molto abusato e, per nome e per conto dei moderati, si sono fatte politiche tutt’altro che moderate.

Pier Ferdinando

 

 

 

 

 

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Rassegna stampa, 24 aprile ’12

postato il 24 Aprile 2012

La svolta di Casini continua a far parlare la stampa. Oggi è la volta dei retroscena, ma soprattutto degli effetti che la mossa del leader dell’Udc sembra aver avuto nel Pd e nel Pdl: timore tra i democratici secondo Maria Teresa Meli e prudente interesse tra i reduci berlusconiani secondo Barbara Fiammeri. I ragionamenti delle due brave giornaliste sembrano però ancora legati al vecchio schema bipolare, o più semplicemente raccolgono sensazioni e desideri degli epigoni del bipolarismo all’italiana che non hanno ancora compreso il senso politico dell’iniziativa di Casini. La questione non è la scelta di Casini tra destra e sinistra, ma la costruzione di una nuova proposta politica che raccolga le migliori tradizioni politiche italiane e lo spirito riformista del governo Monti. Di certo nella nuova formazione politica non troveranno posto i lepenisti d’Italia, vecchi e nuovi, che  Andrea Garibaldi ci presenta sul Corriere e quella parte della Lega così attaccata alla poltrona dipinta da Maugeri per il Sole 24 Ore. Oggi in rassegna spazio anche per un grandioso Gramellini sui problemi del calcio e i recenti fatti di Genova e aggiornamenti sulla questione “gioco d’azzardo” con le ultime iniziative Udc. 

“Casini ci sta mollando”. I timori dei democratici sorpresi della svolta udc (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)

Le convergenze parallele di Casini e Berlusconi. (Barbara Fiammeri, il Sole 24 Ore)

Lepenisti d’Italia, il (nuovo) catalogo è questo Chi sono. (Andrea Garibaldi, Corriere della Sera)

Il passo indietro rimane un’eccezione in casa Lega. (Mariano Maugeri, il Sole 24 Ore)

I compari del calcio. (Massimo Gramellini, La Stampa)

Gioco d’azzardo- «Via le slot» Due proposte di legge dall’Udc. (Avvenire)

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Non al centro, ma avanti!

postato il 23 Aprile 2012



“Riceviamo e pubblichiamo” di Francesco Scavone

Sarà che a me non è mai piaciuta la politica del massacro e quella degli spot, sarà che in queste settimane si diffonde un clima di rinnovamento generale, ma l’idea di un nuovo Polo, di un Partito della Nazione, mi entusiasma ed affascina particolarmente. O meglio, non idea. L’ idea è un qualcosa di ancora astratto e informe: potremmo definire così i proclami azzardati di Alfano, che rischiano di ripetere le vecchie, sbagliate esperienze del predellino. Quello del partito della nazione è senza dubbio un progetto, senza demagogie, concreto e reale.  E’ da tempo che abbiamo lanciato questa sfida al Paese, ovvero quella della formazione di una grande aggregazione moderatapluraleresponsabile. Una sfida lanciata alla politica e alla società civile, per mettere insieme il meglio e dare all’Italia finalmente una voce di verità e di azione. Questo, inoltre, è un progetto che rispetto agli altri può godere di un valore aggiunto: l’UDC non ha fallito, non si trova dinanzi ad un punto di non ritorno; compie un atto di generosità e di lungimiranza. L’UDC non azzera i suoi vertici per avere un posto in più tra i media, ma per segnare il passo e porre le prime basi concrete per ciò che accadrà a breve.

Alcune riflessioni sono d’obbligo. Sui social network, diventati ormai la voce e lo specchio della società, maggiormente delle nuove generazioni, si notano reazioni scomposte e addirittura scettiche. Ma cos’è che un giovane si aspetta da una nuova avventura politica? Cosa potrebbe spingerlo ad apprezzarla ed a condividerne caratteri e prospettive? Mi esprimo per esperienza personale: risposte e partecipazione, concetti troppo spesso evocati, ma che difficilmente trovano la dovuta realizzazione. Soprattutto in momenti come questi, nei quali è bassa la fiducia verso i partiti ed è semplice confondere le risposte con il populismo e la partecipazione con le lotte di quartiere; momenti in cui la soluzione a tutti i mali sembra essere l’antipolitica senza proposte, i comizi di sole accuse e nessuna prospettiva.

Io, da giovane e cittadino, mi aspetto invece che si consolidi un’area coraggiosa, che sappia dare le vere risposte, parlando il linguaggio della sincerità e della limpidezza. Faccio un esempio: non mi aspetto un partito che sul tema della previdenza dica che tutto è al posto giusto e che, magari, prometta irrealizzabili riduzioni dell’età pensionabile. Mi aspetto, invece, un partito che sappia analizzare anche i temi più spinosi con coerenza, e non avere timore di dire agli italiani ciò che è veramente necessario per assicurarci un futuro migliore. Ed è attraverso tutto ciò che passa la partecipazione di cui parlavo. Le scelte che sembrano impopolari oggi sono le porte del vero futuro, che aprono ai giovani non possibilità odierne che sono in realtà false chimere, ma grandi prospettive di crescita e modernità. E’ la buona politica che privilegia le nuove generazioni, lavorando a fondo e senza sconti sul presente per consegnare alle stesse le chiavi di un avvenire sereno.

Alla luce di queste considerazioni, sono convinto che i presupposti siano buoni e dalla nostra parte, e fanno ben sperare per la realizzazione di questo grande ed ambizioso progetto. Abbiamo le carte in regola per contare e dire la nostra, per essere “non al centro, ma avanti” – come ha detto Casini.
In conclusione, vorrei citare alcune parole pronunciate da De Gasperi in un congresso provinciale della DC nel ’47: “Bisogna impegnarsi a fondo. Mai impegnarsi a metà: quando si ha una convinzione e si è chiamati ad una certa responsabilità, allora non ci sono limiti, tutta la persona, tutte le fatiche, tutto lo spirito deve essere dedicato a quel lavoro.” Ebbene, impegniamoci a fondo come abbiamo sempre fatto: saremo protagonisti!

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24 aprile, L’Aquila

postato il 23 Aprile 2012

Ore 17.00 – Sala Conferenze Tre Marie – c/o Archivio di Stato (via dell’Industria)

Incontro pubblico in vista  delle prossime amministrative

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Non si fa politica con la demagogia

postato il 23 Aprile 2012

Senza tasse si fa la fine della Grecia

I progetti politici seri non si fanno con la demagogia. I facili annunci non servono. Quando sento che si promette ad ogni pié sospinto di abbassare le tasse non ci si rende conto in che condizioni è l’Italia. Tutti vorremmo abolire le tasse ma sono necessarie per cercare di evitare che l’Italia faccia la fine della Grecia.

Pier Ferdinando

 

 

 

 

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Alle porte di una nuova era

postato il 23 Aprile 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Umberto Velletri

Una nuova era è alle porte, un’era che lasci alle spalle anni difficili e che dia ancora più valore ad una politica sana ed improntata al futuro, un’era che sappia coniugare il rinnovamento socio-culturale ai valori democratici – cristiani , un’era di maggiore sobrietà con il rifiuto totale di demagogia e populismo, che per troppi anni ha incentrato la politica degli ultimi governi, e che parli un linguaggio della verità e della serietà.

Questa è la nuova era dei moderati italiani, che nonostante i partiti di provenienza, hanno il bisogno di ritrovarsi in un contenitore che possano sentire proprio.

Con le dimissioni di Pier Ferdinando Casini dalla carica di Presidente del gruppo parlamentare, si è dato un segnale forte dell’interesse che il leader dell’Udc ha nei confronti del futuro italiano, sia politico che sociale, un’interesse che va al di là di ogni carica o poltrona in sé, un’interesse genuino spinto dall’amore e dal rispetto che egli nutre nei confronti delle istituzioni e del popolo sovrano, e che da forza e stabilità ad una nazione che, anche a livello Europeo, dovrà ritrovare la fiducia persa negli ultimi anni.

Il passo indietro di oggi, e l’azzeramento dei vertici del partito, è l’inizio di un cambiamento di un Paese che finalmente avrà ciò che si merita, ed è il segnale che , tra i nostri politici, esiste una percentuale, anche se non altissima, di persone lungimiranti che danno più peso al futuro, e che sono coscienti di essere: “alle porte di una nuova era”.

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