Archivio per Aprile 2011

Informati ai tempi di Google

postato il 22 Aprile 2011

L’informazione in questi anni ha cambiato volto, sempre più rete e meno carta stampata, tanto che sembra quasi anacronistico pensare di andare ogni mattina a comprare il quotidiano in edicola o farselo prestare dal collega di lavoro.

Bisogna però notare che l’informazione che i mass media offrono, spesso discosta dalle necessità e curiosità degli italiani. Nella giungla di blog , riviste, quotidiani ed aggregatori di news , che si offrono come l’alternativa alla vecchia informazione, vogliamo cercare di portare un po’ di ordine e dare qualche dritta per capire meglio il web e l’informazione.

Il primo dato di fatto è che ormai tutte le grandi testate hanno un proprio sito web, più o meno visitato, più o meno interattivo. La Repubblica (il sito di informazione più visitato in Italia ), La Stampa, Il Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, hanno tutti il loro sito internet e tutti o quasi hanno una loro versione per iPad, smartphone e simili.

Ma la rete offre tanto altro ancora: tra le tante realtà italiane troviamo alcune “perle” spesso sconosciute ai “non addetti ai lavori”.

Il Post: Quello che è a tutti gli effetti l’Huffington Post italiano, diretto da Luca Sofri, è un ibrido tra quotidiano online , aggregatore di news e blog . Fornisce,ogni giorno informazioni di attualità, economia, politica ma sopratutto si occupa di internet, tecnologia e scienza ,ponendosi l’obiettivo di diventare il faro dell’informazione di qualità su internet sostenuta solamente dalla pubblicità.

Liquida: Aggregatore multi tematico di notizie provenienti da tutto il web , appartenente al gruppo Banzai, con oltre 7 milioni di post aggregati da più di 40 mila blog è di fatto l’aggregatore di news più grande d’Italia, con un pizzico di social che non guasta mai.

Wired: Nota rivista statunitense conosciuta come “La Bibbia di Internet”, è stata fondata dal giornalista Louis Rossetto e da Nicholas Negroponte nel 1993 a San Francisco. Dal 2009 è entrata nel panorama italiano portando una ventata di aria fresca con articoli interessanti su Internet , new media , new tech e innovazione.

Se poi si è interessati al mondo del web , delle nuove tecnologie e della comunicazione ci sono ancora alcuni siti da segnalare :

Punto Informatico” : è una testata online gratuita italiana, specializzata in nuove tecnologie, internet e comunicazione, fondata nel 1995 da Andrea De Andreis, con una media di 1,3 milioni di visitatori unici al mese è oggi la testata del settore più visitata in Italia.

HdBlog”: sito specializzato in nuove tecnologie, sopratutto nel campo mobile e pc, si basa sul modello di blog che ricorda vagamente siti internazionali come gizmondo o mashable, dove tutti gli argomenti sono suddivisi in diversi sottoblog specifici.

Hardware Upgrade”: Nasce nel 1997 per mano di Paolo Corsini come pagina personale dedicata al mondo dei personal computer, è poi cresciuto fino a diventare uno dei più conosciuti ed apprezzati portali tematici riguardati pc, hardware, internet e telefonia.

Il Corriere Delle Comunicazioni”: Quotidiano Online e cartaceo con il chiodo fisso per le Telecomunicazioni e ciò che gira attorno alle nuove tecnologie, fornisce informazioni sulla situazione attuale italiana dello sviluppo della rete ,sulla net neutrality , sul digital divide e molte altre news ogni giorno.

In questa lunga carrellata non può mancare ciò che sta rivoluzionando il mondo delle news online: Twitter, il famoso social network che spopola in tutto il mondo (un po’ meno da noi) e che pare essere perfino la scintilla degli ultimi moti rivoluzionari nel nord Africa. Ciò che stupisce è come l’immediatezza dell’informazione su Twitter , la lucidità delle news contenute in soli 140 caratteri, la sua flessibilità d’uso stiano cambiando il modo di informare, informarsi, e di fare opinione. Twitter si sta affermando, in maniera consapevole o no, come un vero e proprio strumento di potere.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Michele Nocetti

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Rassegna stampa, 22 aprile 2011

postato il 22 Aprile 2011

Casini: è solo la punta di un iceberg. Bersani: centrodestra in confusione (Il Messaggero)

Casini: “Alle elezioni noi andremo da soli” (La Repubblica)

Galan accusa Tremonti. Il premier: difendo Giulio (Ugo Magri, La Stampa)

Dal Pdl ancora attacchi a Tremonti. Scajola: in economia si deve cambiare (Alberto D’Argenio, La Repubblica)

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A Veltroni dico: ‘No grazie, noi balliamo da soli’

postato il 21 Aprile 2011

Ho apprezzato lo spirito della proposta di Walter Veltroni per un’alleanza, ma dico no grazie: noi balliamo da soli.
Il Terzo polo è un’iniziativa politica nuova che non si concilia con la difesa del bipolarismo che Veltroni porta avanti.
Siamo di fronte a un bipolarismo selvaggio in cui Berlusconi e’ il migliore alleato del popolo viola, perché ha bisogno di quella piazza per tenere alto il livello di tensione nel Paese e per tirare fuori ogni giorno nuove proposte che minano l’equilibrio dei poteri tipico dei sistemi democratici. Il bipolarismo e’ fallito e non si può chiedere al Terzo polo di rinunciare a un’opzione vincente.

Pier Ferdinando

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Piano nazionale di riforme? Un elenco di buoni propositi

postato il 20 Aprile 2011

Il governo è alla frutta, ossessionato anche dal Terzo polo

C’è un governo che non governa e che non affronta i temi dell’economia. Il piano nazionale di riforme che hanno presentato è un decalogo di buone intenzioni ma non c’è lo slancio necessario, non c’è l’assunzione di responsabilità per riprendere la strada dello sviluppo, e se il Paese non si sviluppa ci sono più giovani disoccupati, più donne disoccupate, più disoccupati nel Mezzogiorno. È un elenco di buoni propositi che non si capisce come si potrà realizzare.
Intanto il governo è impegnato a creare leggi particolari sulla giustizia, e oggi alle varie ossessioni ha sommato anche quella sul Terzo polo. Perché mi sembra che oltre alle leggi ad personam stiano cercando di trovare anche leggi contra personam ed entità politiche.
Non sono affatto preoccupato, questo serve solo a far capire agli italiani come siano alla frutta. Purtroppo pero’ alla frutta portano anche tutto il Paese, perché vediamo uno stato di lacerante contrapposizione e di sostanziale paralisi su ogni tema fondamentale.

Pier Ferdinando

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Quando il gioco si fa duro… si cambia la legge elettorale

postato il 19 Aprile 2011

La notizia comincia a fare capolino sui giornali solo ora, ma il disegno di legge per modificare la legge elettorale del Senato è stato presentato il 5 ottobre 2010 e sta per essere esaminato dalla Commissione Affari istituzionali. Il disegno di legge 2356, di cui primi firmatari sono il vice capogruppo al Senato del Pdl Gaetano Quagliariello e il senatore Lucio Malan, consta di quattro articoli che sostanzialmente prevedono l’introduzione di un premio di maggioranza di 45 senatori per la coalizione vincente da ripartire su base regionale. Il “su base regionale” è estremamente importante perché metterebbe al sicuro il ddl da giudizi di incostituzionalità dato che l’articolo 57 della Costituzione dice esplicitamente che “il Senato è eletto a base regionale”. E’ evidente l’intento degli strateghi del Cavaliere che, dopo aver confezionato una “riforma” della giustizia su misura, pensano ora ad una riforma elettorale che metta fuori gioco definitivamente il Nuovo Polo di Casini, Fini e Rutelli.

I sondaggi di tutti gli istituti, infatti, dicono  che in caso di elezioni al Senato non vincerebbe nessuno e dunque la coalizione formata da Udc, Fli, Api ed Mpa sarebbe determinante per formare qualsiasi maggioranza, così gli esperti del Cavaliere, considerato che le elezioni anticipate sono sempre dietro l’angolo, si sono dati la priorità di rendere inoffensivo il Nuovo Polo, e  la maniera migliore sembra proprio quella di fare una legge elettorale che, con la scusa della governabilità, favorisca l’alleanza Pdl-Lega assicurando un cospicuo premio di maggioranza anche al Senato. Senza entrare nel merito della legge elettorale, ciò che è raccapricciante è la logica che c’è dietro a questa proposta ovvero l’idea che per trarre ovvi vantaggi si possa, a colpi di maggioranza, cambiare le regole, quelle regole che in un Paese normale andrebbero scritte insieme da tutte le forze politiche. Nemmeno un bambino che gioca a nascondino, e sta per essere scoperto, si sognerebbe di cambiare le regole del gioco. La scadente classe politica e il recente mercato delle vacche avrebbero dovuto spingere verso una riforma elettorale che restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentati, invece si pensa solamente al modo di vincere facilmente le elezioni e di continuare ad avere la possibilità di mandare in Parlamento fedeli servitori, nani e ballerine. Tutto perfettamente e tristemente in linea con la lunga lista di leggi ad personam: l’interesse non è più quello collettivo, ma quello del Capo. Ed ora il Capo vuole vincere le elezioni.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

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Disoccupazione e dintorni: osservazioni e proposte

postato il 19 Aprile 2011

La disoccupazione è solo il risultato di una difficile congiuntura economica e sociale, oppure si possono individuare anche delle “colpe personali”? C’è chi è disoccupato perché la crisi ha creato un vuoto in alcuni settori dell’economia ma c’è anche chi è disoccupato per colpa propria. In molti quando hanno cominciato il percorso formativo hanno scelto la via più semplice e lo hanno fatto senza nemmeno leggere gli annunci di lavoro, senza la minima coscienza di quali fossero le figure professionali più ricercate pretendendo però di trovare lavoro con il pezzo di carta che hanno ottenuto. Si tratta di irresponsabilità pura, scaricata sul sistema politico e formativo.

Ma al di là delle colpe personali occorre riflettere seriamente sul sistema della formazione: università, scuola e formazione professionale hanno delle carenze notevoli, e molto spesso quando si esce da quelle esperienze non si è pronti. Un imprenditore che volesse assumere si trova in molti casi  a dover formare al lavoro in neoassunto per mesi o anni con costi assurdi. È chiaro che c’è qualcosa che non va.

Nel mondo del lavoro poi, imprenditori e lavoratori devono avere il coraggio di aggiornarsi. Dieci fa non esistevano Apple e il suo I-phone, Google, Facebook e il resto della “moderna” new economy. Oggi, ragazzini di 12 o 13 anni programmano per questi colossi internazionali creando delle loro micro imprese, il loro lavoro è produttivo e navigano in un mercato che raggiungerà quest’anno 35mld di dollari. Quanti ingegneri elettronici, informatici, periti e figure simili percorrono questa strada? Hanno questi il coraggio di rischiare o si aspettano che la STM di turno faccia un’infornata di assunzioni?

Altra piccola osservazione: quel “lavorano tutti” del ministro Tremonti sugli immigrati voleva semplicemente indicare che questi si adattano meglio e più in fretta dei nostri giovani alle esigenze del mercato. Non si vuole paragonare un immigrato non in possesso di titolo di studio riconosciuto con un qualsiasi laureato italiano, però bisogna anche dirsi alcune “verità”: oggi non c’è modo di assorbire quella massa di competenze acquisite nei nostri atenei, ma restano accessibili i posti come banconista al supermercato. Così essendo inutile il titolo per accedervi, il datore di lavoro guarderà alla puntualità e alla serietà del lavoratore. In questo caso il migrante si adatterà senza pretese, mentre il giovane italiano, con laurea in comunicazione e tante aspirazioni non lo farà.

Ma oltre le osservazioni ci sono anche delle vie da percorrere? Chi è già nel mondo del lavoro, a breve, dovrà adattarsi a tutto, mentre nel lungo periodo dovrà pensare a modi di riqualificazione. La politica deve concordare con le parti interessate e fare le riforme necessarie a garantire una migliore vivibilità delle aziende nel sistema economico internazionale e deve incentivare la loro crescita ed il loro sviluppo.

Chi ancora è in fase di formazione o la deve iniziare deve avere il coraggio di scegliere  percorsi difficili e scomodi ma di “sicura” occupabilità all’università o nella formazione specialistica tecnica: aiuterà a lavorare con continuità e a soffrire meno nelle fasi di recessione.

Chi ha un titolo di eccellenza, lo dico a malincuore, deve andare dove può esprimersi. Tocca all’Italia non farvi scappare.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Carmelo Cutrufello

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