postato il 23 Luglio 2011 | in "In evidenza, Politica, Riceviamo e pubblichiamo"

Terzo Polo, ora servono i fatti

Finalmente dopo la nascita, prima, di Futuro e Libertà, e poi della coalizione denominata fin da subito “Terzo polo”, ieri, 22 luglio 2010, c’è stata la prima Assemblea Nazionale del polo centrista formato da UDC, FLI, API, MPA.

Inizio subito dicendo che il nome “Terzo Polo” sinceramente non mi piace, come non mi piace Polo della Nazione, in quanto non trasmettono niente di politico (e dopo PD, PDL, sarebbe infelice avere il PDN..). Personalmente punterei su un qualcosa che dia immediatamente l’idea che in Italia c’è una terza possibilità di voto, e che questa possibilità non è né di estrema destra né di estrema sinistra.

Infatti secondo il sottoscritto in Italia ormai abbiamo a che fare con l’estremismo politico, sia di destra che di sinistra. Se con le elezioni del 2008 si era riusciti nell’intendo di eliminare i mini-partiti, e soprattutto la parte più estrema di una politica vecchia ed antiquata, dopo nemmeno 5 anni ci ritroviamo da una parte la Lega Nord di estrema destra e dall’altra l’Italia Dei Valori e il Sinistra Ecologia e Libertà, di estrema sinistra.

In questo contesto strano e non concepibile tre anni fa, finalmente si è creata una forza che dovrebbe essere di Centro ma soprattutto che si è dichiarata fin da subito moderata. Casini, nel corso degli anni, ha dimostrato di essere forse uno dei pochi politici italiani coerenti con le proprie scelte. Tre anni fa, infatti,  rinunciò a fondersi in quel pericoloso calderone chiamato PDL per continuare nella sua strada. E’ stato aggredito verbalmente dalla parte più dura del popolo berlusconiano, è stato dato più volte per spacciato ma nonostante tutto è riuscito a mantenere una buona percentuale di preferenze. Accanto a lui, da qualche mese ormai ma da oggi ufficialmente, ritroviamo Fini, che nonostante le numerose uscite, molte delle quali “sospette”, dal neonato partito di Futuro e libertà, è riuscito a reggere il colpo e a rimanere in corsa per dire ancora la sua. Infine completano il quadro Rutelli, che dopo l’esperienza di sinistra è tornato alla “casa madre” e Lombardo per il movimento del sud.

Il manifesto che è stato stilato contiene molti buoni concetti, molte belle parole e tanta voglia di fare, ma a questo punto, in cui la crisi è pronta a colpire pesantemente in italia, in cui il nostro paese è preso in giro in ogni luogo a causa della nostra politica e del nostro premier, SERVONO I FATTI.

Se faranno realmente ciò che hanno scritto allora la percentuale di partenza, data al 12%, salirà, in caso contrario il tanto voluto bipolarismo prenderà il sopravvento su questo povero paese lasciato, da troppi anni, allo sbando.

dal blog di Lorenzo Mazzei



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